Il Codice di condotta europeo per l'integrità della ricerca ha definito il plagio come “l'utilizzo dei lavori e delle idee di altre persone senza citare la fonte originaria, violando così i diritti dell'autore o degli autori originari sulla propria produzione intellettuale.”
I tipi di plagio più diffusi sono due: il plagio copia-incolla e il plagio d’idea. Il plagio copia-incolla si ha quando un passaggio di testo viene copiato parola per parola. Il plagio a mosaico è una sottocategoria del plagio copia-incolla e si ha quando il contenuto di diverse fonti viene copiato parola per parola e assemblato.
Il plagio d’idea è l’atto di appropriarsi del pensiero originale (dove per pensiero si intendono: teorie, risultati di ricerca, dati, interpretazioni, ecc.) di un altro autore, e di presentarlo come proprio. Il plagio d’idea si verifica anche quando il pensiero di un altro autore viene parafrasato, se non se ne cita la fonte.
Solitamente il plagio è descritto come un atto intenzionale finalizzato all’appropriazione del lavoro altrui. Tuttavia, se le fonti sono citate in maniera incompleta o scorretta si può essere accusati di plagio, anche se non vi era intenzione di appropriarsi del lavoro di altri.
Alcune azioni che possono risultare in plagio sono:
- Dimenticarsi di riportare tra virgolette una citazione all’interno del proprio testo;
- Fornire indicazioni sbagliate sulla fonte;
- Cambiare alcune parole, ma lasciare intatta la struttura della frase senza citare la fonte;
- Tradurre il lavoro altrui in un’altra lingua senza citare la fonte;
- Prendere da una o più fonti una quantità di materiale tale che essa costituisca la maggior parte del proprio lavoro, sia che tale materiale sia citato o meno.
Il plagio non riguarda solamente il lavoro di altri. Se si riutilizza del materiale proprio che sia stato già pubblicato e lo si presenta come nuovo e senza citarlo, si sta commettendo un atto di auto-plagio. L’auto-plagio è un’azione che va contro l’etica accademica e può avere conseguenze equiparabili al plagio dell’opera di terzi.
Tutela dell’etica accademica
Essere accusati di plagio può avere delle gravi conseguenze sulla carriera di un ricercatore, come la diminuzione della propria autorità professionale, il rifiuto o ritiro di articoli da parte delle riviste accademiche e l’espulsione da parte della propria istituzione di ricerca.
Può inoltre avere delle conseguenze legali se si infrange il copyright. La produzione scientifica, intesa come opera dell’ingegno, è infatti tutelata dalla Legge sulla Protezione del diritto d'autore e di altri diritti connessi al suo esercizio (n. 633/1941). In ogni caso, la citazione della fonte originaria è uno degli elementi cardine anche delle licenze Open, come le Creative Commons.
La Scuola IMT incoraggia fortemente la propria community affinché vengano rispettati i principi responsabilità, onestà, integrità e rispetto reciproco. Lo stesso Codice etico della Scuola IMT ha indicato il plagio come uno dei comportamenti che violano l’integrità accademica.
Alla consegna della tesi, tutti gli allievi di dottorato devono sottoscrivere il documento “Thesis originality declaration”, in cui dichiarano l’originalità del proprio lavoro e affermano che il diritto di autore non è stato violato per la realizzazione dell’opera.
Prevenzione del plagio e controlli anti-plagio
La Scuola sostiene la comunità scientifica di IMT nella prevenzione del plagio, per il quale ha adottato Il software Turnitin Feedback Studio.
Tutti gli studenti di dottorato devono obbligatoriamente sottoporre il draft della propria tesi per un controllo anti-plagio tramite Turnitin.
Evitare il plagio è possibile tramite un uso corretto di citazioni e bibliografia.
Risorse online